
Una storia davvero complicata. Tutto risale a tre anni fa, come racconta Il Corriere della Sera: un docente di Bolzano ha rimproverato uno studente perché usava il cellulare in classe. Da qui il finimondo. Il ragazzo ha risposto male, e ha continuato imperterrito a guardare nel telefonino. Il professore gli ha dato quindi una nota ricevendo il commento sarcastico del giovane con un “bravo, bravissimo”.
“Non è che uno studente può commettere reati perché ha dei problemi di apprendimento”
Il docente all’epoca ha deciso di querelare il ragazzo, che aveva diciotto anni. Nel 2023, una volta letta la querela, il giudice aveva firmato un decreto penale di condanna al pagamento di una sanzione di 4.500 euro a carico dello studente. Il giovane ha però presentato opposizione e così ha preso il via il processo subito rinviato, in attesa di un eventuale accordo tra docente e studente.
“L’oltraggio risalente a tre anni fa non era un fatto isolato – precisa il docente – erano accaduti episodi anche più gravi in precedenza sia a me che ai miei colleghi. Nel periodo del Covid, per esempio, ho richiamato lo stesso studente perché non indossasse la mascherina e lui mi ha risposto ‘Mi ha rotto'”.
La difesa del ventunenne promette battaglia: “Occorre tenere conto – rivela l’avvocato – che il mio assistito era un ragazzo certificato perché ha difficoltà di concentrazione ed è molto agitato. In passato, è stato seguito anche da due professori di sostegno”.
Pronta la replica del denunciante: “Come corpo docente – spiega – abbiamo sempre considerato il fatto che lui fosse certificato ma non è che uno studente può commettere reati perché ha dei problemi di apprendimento. L’oltraggio a pubblico ufficiale è un delitto perseguibile d’ufficio”.
Il docente non demorde
La decisione di denunciare il giovane sembra avere uno scopo educativo: “Se fosse stata la prima volta – spiega il docente – non avrei mai presentato la denuncia. Se non l’avessi querelato, forse poi si sarebbe sentito autorizzato a fare quello che vuole. Se non c’è una ‘lezione’ significativa, uno studente potrebbe continuare a tenere questi atteggiamenti, giudicati perseguibili a norma di legge”.
Il difensore, però, sembra minimizzare il fatto avvenuto in classe: “L’episodio – precisa l’avvocato – non era così tremendo, l’allora studente ha ricevuto la nota e lui ha reagito senza offendere il docente. C’è una grande probabilità che venga assolto”. E poi rivela: “Abbiamo già risarcito la scuola con un centinaio di euro”.
Il docente allarga le braccia: “Se ripenso a questi fatti, non provo rabbia ma avverto un sentimento di rammarico perché negli istituti continuano a succedere questi episodi fuori dalla legalità. La scuola è un ambiente in cui le leggi devono essere rispettate così come fuori dagli istituti”. E conclude: “Che cosa provo per lo studente ora sotto processo? Preferisco non rispondere”.
Divieto di cellulare in classe, dal prossimo anno esteso alle superiori
Da poco è arrivato il divieto di uso del cellulare anche alle scuole superiori: lo annuncia il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, come aveva anticipato giorni fa, in una circolare del 16 giugno, inviata ai dirigenti scolastici.
Com’è noto, lo scorso luglio, Valditara aveva vietato espressamente l’uso degli smartphone a scuola, fino alla terza media