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Vaccini obbligatori: la confusione aumenta

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La   questione “vaccini obbligatori” tiene banco sia fra gli addetti ai lavori sia nel dibattito politico.

Mario Rusconi, presidente dell’Anp Lazio, ironizza: “Ormai soltanto San Giuda Taddeo, santo dei miracoli impossibili, può garantire un normale avvio del prossimo anno scolastico”.
Rusconi rileva che fra un mese circa inizierà l’attività didattica del nuovo anno scolastico ma i problemi da risolvere sono davvero tanti: “Esiste, si sa, la legge Lorenzin sull’obbligatorietà vaccinale degli studenti nella fascia d’età 0 – 16 anni, la circolare del Ministro Grillo dello scorso 5 luglio prevede poi l’autocertificazione per superare l’obbligatorietà del 10 luglio scorso come data ultima di presentazione delle certificazioni”.
“Ma – aggiunge Rusconi – quest’ultima circolare non tiene conto del DPR 445/2000 che esclude tra l’altro l’autocertificazione di certificati medici e sanitari. E poi c’è anche l’emendamento al cosiddetto decreto dignità, che proroga di un anno l’obbligo dei vaccini dando la possibilità a tutti i bambini, vaccinati o no, di frequentare le scuole, ma che sarà discusso definitivamente dal prossimo 11 settembre a scuole già iniziate”.

Nel tentativo di avere qualche indicazione operativa valida su tutto il territorio nazionale il presidente dell’ANP Antonello Giannelli ha incontrato i tecnici del Ministero, ma per il momento non si è arrivati a nessuna decisione e tutto è stato rinviato ad una ulteriore riunione a fine agosto.
Sulla questione è intervenuto direttamente il Presidente del Consiglio Conte che ha fatto sapere  che sull’argomento non ci sarà nessuna circolare.

Anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia, ha diramato un proprio comunicato: “Il Governo dimostri di essere responsabile, i bambini devono essere vaccinati, come chiede la comunità scientifica.  Non tocca alla politica compiere queste scelte, sono le autorità sanitarie a dover dire cosa è meglio fare”.

Uno dei problemi più seri riguarda la questione dei bambini immunodepressi (10mila almeno, secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità) che, secondo la ministra Grillo dovrebbero essere inseriti in classi in cui tutti gli alunni sono vaccinati.

“Ma – rileva Rampelli – è fin troppo evidente che l’ipotesi circolata delle classi speciali per minori immunodepressi, oltre a evocare l’incivile segregazione di una categoria di persone, in nessun caso protegge dal rischio contaminazione”.