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Vito Scafidi è morto per i mancati controlli: la famiglia chiede risarcimenti allo Stato

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“La scuola, che doveva essere sicuro di per sé, perché è il posto al quale affidiamo i nostri figli. Una morte come quella di Vito è inaccettabile”.

Così si è espresso l’avvocato Renato Ambrosio, uno dei legali della famiglia Scafidi, che per la morte di Vito, il liceale allora 17enne travolto sette anni e mezzo fa da un tubo di ghisa dimenticato nel controsoffitto di un’aula, ha avviata una causa civile davanti al tribunale civile di Torino. La causa civile è stato mossa alla Città Metropolitana di Torino, per chiedere il ‘danno aggravato dalla condotta’.

La causa, in corso di svolgimento, arriva dopo che il 3 gennaio 2015 la Cassazione ha reso definitive le condanne dei sei imputati (tre funzionari della ex Provincia e tre insegnanti responsabili per la sicurezza).

“Quanto accadde – spiega Ambrosio – fu gravissimo. Non furono adottate delle misure per rendere sicuro un luogo, come la scuola. Vito è morto per i mancati controlli, per l’inettitudine di chi non fece quel che doveva fare. Ma lo Stato e le amministrazioni pubbliche devono capire che investire in prevenzione deve essere più economico che risarcire”.

 

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Il giudice Paola De Maria, della quarta sezione civile, ha fissato la prossima udienza il 17 novembre, quando le parti dovranno perfezionare la presentazione dei mezzi di prova ed elaborare memorie e repliche alle eccezioni. Cinzia Caggiano, in occasione del processo penale, aveva ricevuto delle somme (circa 580 mila euro) che ora la Città Metropolitana ritiene esaustive. In realtà, secondo lo studio legale, si trattava soltanto della liquidazione delle provvisionali e di “offerte accettate non a titolo di indennizzo definitivo, ma di acconto”.

Il ‘danno aggravato dalla condotta’, nelle intenzioni dei ricorrenti, dovrà rendere conto “delle omissioni e dell’inefficienza della pubblica amministrazione”.

Perché, conclude il legale degli Scafidi, “la nostra è un’azione legale con cui stiamo tentando di cambiare le cose e di affermare un diritto. Non si tratta di soldi”.

Intanto, nelle stesse ore, sono stati premiati a Roma tre progetti, molto concreti, vincitori del Premio “Vito Scafidi” per le Buone pratiche nella scuola promosso da Cittadinanzattiva.

 

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