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Voto di condotta, il Miur ci ripensa: presto un nuovo regolamento

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Il 27 gennaio si è aggiunto un altro pezzo all’intricato puzzle di novità che andranno a costituire il voto di condotta del prossimo anno scolastico o forse già degli scrutini finali dell’anno in corso: il Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, intervistata dal Gt Ragazzi di Rai3 a margine della Giornata della Memoria che si è svolta al Quirinale, ha annunciato con certezza che “il voto in condotta farà media”. Ma non solo: i docenti, al contrario di quanto indicato nei giorni scorsi dallo stesso Miur, avranno facoltà di applicare il 5 in condotta (e quindi bocciare gli studenti) anche senza aver decretato in precedenza lunghi periodi di sospensione.
Il Ministro ha spiegato che la nuova linea prenderà corpo nei prossimi giorni con l’emanazione di un nuovo regolamento, all’“aumento di episodi di bullismo che preoccupa molto genitori e insegnanti. Si torna, dunque, a una scuola del rigore – ha sottolineato Gelmini – che fa del comportamento un elemento significativo per formare la personalità dei ragazzi”.
La “stretta” di viale Trastevere è giunta dopo aver preso atto che l’introduzione del 5 in condotta così come era stata presentata con il decreto n. 5 pubblicato lo scorso 16 gennaio era poco praticabile: l’automatica bocciatura per motivi comportamentali si sarebbe materializzata solo in rare situazioni di studenti sospesi per oltre 15 giorni, che non abbiano “dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento” e la cui valutazione sia stata “sempre adeguatamente motivata e verbalizzata in sede di effettuazione dei consigli di classe sia ordinari che straordinari”.
I troppo paletti messi su da viale Trastevere sono evidentemente stati giudicati eccessivi dagli stessi propositori del regolamento: ecco che allora il Ministro, attraverso un comunicato del 26 gennaio, annuncia la preparazione di un “Regolamento di coordinamento delle norme relative alla valutazione, previsto dall’articolo 3 della legge 169/2009 (…): un decreto con il quale saranno, tra l’altro, meglio ridefiniti i criteri della valutazione del comportamento”. Una serie di norme attraverso cui sarà data “maggiore libertà alle scuole di decidere in autonomia quando assegnare il 5 in condotta” Nella nota il dicastero dell’Istruzione annuncia anche che  “il limite dei 15 giorni di sospensione per l’attribuzione dell’insufficienza, contenuto nel decreto sulla valutazione del comportamento emanato lo scorso 16 gennaio, potrebbe essere eliminato già a partire dagli scrutini del secondo quadrimestre”.
In vista degli scrutini finali, non vi sarà quindi più l’obbligo per i Consigli di Classe di sospendere gli studenti per un lungo periodo in vista di una loro automatica bocciatura: quest’ultima potrà essere adottata, se previsto dal regolamento interno, anche a seguito di gravi atti che non abbiano comportato lunghi e ripetuti allontanamenti dalla scuola. Sarà ogni singolo istituto a decretare la soglia, anche in base alle situazioni contingenti e specifiche.
E’ evidente che si tratta di un condivisibile cambiamento di rotta che il Ministero ascriverebbe però “anche alla luce dei nuovi e gravi fatti di violenza a scuola che si stanno registrando in questi giorni”. Ma gli episodi crescenti di bullismo, in base a quanto riportato dalle cronache, non ci risulta che siano stati effettuati in prevalenza nelle ultime due settimane. Quasi inevitabile, alla luce di questi cambiamenti in corsa, che l’opposizione e gli studenti attacchino Ministro e Governo: “Gelmini ha sentito il bisogno di tornare sul voto in condotta, affermando per l’ennesima volta che esso farà media – ha detto Mariapia Garavaglia, Ministro dell’istruzione del Governo ombra – il Pd non è contro questo strumento ma non lo ritiene certo risolutivo nel risolvere gravi problemi come il bullismo. Alle famiglie sempre più disorientate dalla confusione che si profila sulla questione, quella sì veramente importante, del tempo pieno, il Governo risponde con espedienti propagandistici”.
Ancora più duri gli studenti: per Stefano Vitale, dell’Uds, “il ministero sembra essere ormai allo sbando, non avendo un chiaro progetto educativo che metta in campo seri strumenti. Oramai è costretta a lasciarsi trascinare dagli episodi di cronaca, smentendo di volta in volta se stessa. Il precedente decreto, pur tra molti limiti, dava alcune garanzie agli studenti limitando la discrezionalità dei professori. Ci sembra ovvio che per essere bocciati con un 5 in condotta serva almeno essere stati sospesi per 16 giorni.Il bullismo – conclude il rappresentante dell’Unione degli studenti – non si risolve con qualche bocciatura in più, così la scuola non può che perdere autorevolezza snaturando il suo ruolo”.