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500 euro aggiornamento: la card non arriva, ma valgono le spese sostenute dal 1° settembre

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Sembra un paradosso ma proprio nell’anno dell’avvio della formazione obbligatoria, dal Miur sui 500 euro di bonus per l’aggiornamento dei docenti giunge un silenzio assordante.

La somma destinata ad ogni insegnante, prevista dal comma 121 della L. 107/15, quest’anno si sarebbe dovuta corrispondere ai docenti attraverso una card personale e non più tramite l’emissione dei soldi anticipati su conto corrente (come accaduto nel 2015).

Ancora di più, ora che la formazione obbligatoria costituisce un pezzo “portante” della formazione obbligatoria, come anticipato nei giorni scorsi alla “Tecnica della Scuola” dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, con gli insegnanti che già nel corso di quest’anno dovranno accumulare crediti, sulla base delle decisioni dei loro collegi dei docenti.

Chi fa autoaggiornamento, attraverso i 500 euro di bonus annuale, fruendo quindi dei corsi organizzati da enti formativi accreditati dallo stesso Miur, accumula infatti anche quei crediti formativi minimi richiesti obbligatoriamente ad ogni prof o maestro e che a breve verranno meglio definiti attraverso dei decreti ministeriali. Il condizionale, tuttavia, rimane d’obbligo.

Perché, a quanto ci risulta, le verifiche dei 500 euro dello scorso anno, assegnati a centinaia di migliaia di docenti ruolo, operanti all’interno dei circa 8.200 istituti autonomi, non sono ancora tutte perventue all’amministrazione centrale. Solo che questo diventa un passaggio cruciale, perchè senza il resoconto dettagliato, docente per docente, non sarà possibile partire con la nuova annualità. Anche perchè la norma prevede che qualora l’insegnante non abbia utilizzato oppure non esaurito la somma corrispostagli lo scorso anno, la cifra non utilizzata, che manca al raggiungimento dei 500 euro annui, verrà detratta dal “montante” di questo anno scolastico.

Così, se un docente nel 2015/16 ha speso solo 420 euro (svolgendo ad esempio un corso di formazione presso un ente accredito e acquistando un tablet), gli 80 euro non utilizzati verranno detratti dai 500 euro del corrente anno scolastico.

 

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Però è qui che viene il bello. Perché il vero nodo da sciogliere riguarda non tanto le somme da detrarre lo scorso anno, ma soprattutto il come verranno scaricate: c’è infatti ancora da capire come si potranno tecnicamente defalcare le spese formative sostenute dal 1° settembre scorso ad oggi. La legge, del resto, parla chiaro: i 500 euro riguardano l’intero anno scolastico. Al Miur sanno bene questo. E che bisogna, quindi, prendere una decisione il prima possibile. Perché i tempi sono stretti, anzi strettissimi. E i docenti cominciano a chiedere spiegazioni.

Su questo punto, nei giorni scorsi, al dicastero di  Viale Trastevere si è svolta una riunione: c’erano i direttori generali competenti, ad iniziare dal capo del personale, Maddalena Novelli, ed hanno discusso proprio sulle modalità di sottrazione della carta digitale personalizzata. Dell’esito del faccia a faccia tra gli alti dirigenti ministeriali, però, non si si hanno notizie. Forse perché dall’incontro non sono uscite le soluzioni attese.

Intanto, però, il tempo passa. L’anno scolastico ha preso il via da oltre due mesi. Così, sono sempre in numero maggiore i docenti che “premono” per aver indicazioni in merito.

A questo punto, aggiungiamo noi, sarebbe ragionevole posticipare al prossimo anno scolastico l’introduzione della card elettronica. Magari anticipando a metà giugno 2017, in corrispondenza della fine delle lezione, la presentazione in segreteria delle ricevute di pagamento dei beni fruiti per l’aggiornamento o dei corsi formativi svolti da ogni insegnante.

L’autoaggiornamento, nonché le spese annesse, rimane nel frattempo sostanzialmente bloccato. Come rimangono lettera morta le annunciate linee guida sul Piano nazionale di formazione obbligatoria, da svolgere al di fuori dell’orario di servizio.

L’unica cosa certa, ad oggi, è che anche quest’anno i 500 euro del bonus annuale per l’aggiornamento dei docenti verranno considerati dall’inizio dello scorso settembre, quindi dal 1° settembre 2016.

 

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