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Acquisti per armi più rapidi e segreti, per M5s e Avs l’emendamento al decreto Infrastrutture è una subdola manovra che affossa Scuola e Sanità

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Sembra destinata ad avverarsi la previsione di Avs sul “2025 anno record per la spesa militare”. Ma non solo: le richieste di riarmo di Nato e Unione Europea avrebbero convinto il ministero della Difesa a produrre un emendamento al decreto Infrastrutture per eliminare i controlli preventivi alle spese militari: secondo Il Fatto Quotidiano, “a due settimane dal vertice Nato dell’Aja in cui l’Italia, come gli altri 31 Paesi dell’Alleanza, si è impegnata a spendere il 5% del Pil in Difesa da qui a dieci anni, il governo di Giorgia Meloni ora vuole accelerare sul riarmo. E lo fa iniziando a tagliare e velocizzando i controlli sugli appalti militari”.

L’accelerata dell’esecutivo di centro-destra – all’insegna di “contratti per le armi più rapidi e segreti” – non è sfuggita ai partiti d’opposizione, che tornano a protestare per il timore di vedere sacrificate le spese pubbliche per sostenere servizi pubblici, a partire da Scuola, Sanità e pensioni.

La preoccupazione del M5s

Secondo i deputati M5S della Commissione Lavori Pubblici, Daniela Morfino e Agostino Santillo, si sta “mettendo a rischio la trasparenza e la responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche. Questa mossa è inaccettabile e va contro gli interessi dei cittadini. Il governo vuole spendere miliardi per la difesa senza alcun controllo, sottraendo risorse alle vere priorità del Paese, come la salute e l’istruzione pubblica”.

“Ci opporremo con tutte le forze a questa subdola manovra e chiederemo che le spese militari siano sottoposte agli stessi controlli preventivi applicati alla pubblica amministrazione. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono utilizzati i loro soldi e di pretendere che le risorse siano allocate in modo responsabile”, concludono gli onorevoli pentastellati.

Le perole di Fratoianni

Contro la presunta volontà del Governo di impedire controlli sulle spese militari si scaglia ancheNicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che parla di “enorme aumento della spesa militare, somme gigantesche sottratte alle vere priorità di questo Paese dal garantire il diritto alla salute e il diritto all’istruzione pubblica, oggi il governo voglia anche impedire che quelle spese siano sottoposte ai controlli preventivi come accade per tutto ciò che fare la pubblica amministrazione”.

“Questa è un’altra gravissima vergogna, contro cui ci opporremo in tutti modi”, ha conluso l’on. Nicola Fratoianni

Le proiezioni al ribasso sulla spesa per la Scuola

Sui possibili tagli all’Istrzione, ricordiamom che le previsioni al ribasso previste dagli ultimi Documenti di economia e finanza, anche precedenti all’attuale Legislatura, e confermati nel 2025, hanno trovato spazio anche nelle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Parlando il 18 giugno in audizione dinanzi alla Commissione d’inchiesta sulla transizione demografica, il titolare del Mef ha definito “spietati” i numeri delle aree del Paese che “si svuotano”, di comunità “che muoiono”.

In particolare, ha detto il ministro del Mef, il “declino demografico ha determinato già una rilevante perdita di studenti: tra l’anno scolastico 2018/2019 e 2022/2023 si conta una riduzione del 5,2 per cento degli studenti. Il calo riguarda in particolare, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e viene parzialmente per ora compensato dal progressivo incremento degli iscritti con cittadinanza straniera e del tasso di scolarità nella fascia dei 15-19enni”.

Tuttavia, Giorgetti ha sottolineato che “il calo sulle scuole primarie si estenderà via via agli altri gradi” e questo processo demografico in netta perdita induce il Governo “a un ripensamento in chiave prospettiva delle strutture, del personale e della spesa che nel futuro sarà assegnata all’istruzione”.