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Divieto di cellulare a scuola, rispettato in pochi casi: spesso chi non si attiene alle norme subisce solo un rimprovero verbale

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Si parla ancora di cellulare a scuola, tra divieti più o meno estremi e fatti di cronaca. Nonostante da ormai praticamente un decennio, cioè dall’avvento dei primi smartphone, i ragazzi sono soliti portare i propri dispositivi a scuola, con tutte le problematiche del caso, la questione sembra essersi aperta oggi più che mai, complici forse le crescenti possibilità e distrazioni che offrono quelli di ultimissima generazione.

Qual è la situazione nelle scuole italiane? Esistono effettivamente i divieti? Sono rispettati? A cosa vanno incontro gli studenti che non lo fanno? A rispondere a queste domande è uno studio condotto da Skuola.net. Su un campione di 3.000 studenti di scuole medie e superiori oltre 6 alunni su 10 hanno indicazioni e divieti ufficiali, messi nero su bianco in circolari e comunicazioni alle famiglie. C’è da dire che, quasi sempre, non si tratta di novità ma di divieti esistenti da tempo.

Per un 30%, invece, la scuola per il momento ha solo “suggerito” in via informale dei comportamenti da adottare. Appena 1 su 10 continua ad avere campo libero. In caso di restrizioni nell’uso di cellulare a scuola, appena 1 su 7 riporta che nella propria classe tutti gli studenti si attengono scrupolosamente alle norme.

Perché il divieto non viene rispettato?

Forse la ragione della noncuranza degli studenti risiede nel fatto che le punizioni, per chi non rispetta regole del genere, sono perlopiù blande. In un terzo dei casi (34%) si subisce giusto un rimprovero verbale, nulla di più. Per il 36% la sanzione prevede al massimo una nota scritta o il coinvolgimento dei genitori. Solamente il 30% può incorrere in una punizione che, nell’ottica di un adolescente, può essere davvero pesante: il sequestro dello smartphone.

Ma dove è vietato il cellulare? In tutti i locali scolastici? In tutto l’arco della giornata di lezioni? In 3 casi su 4 il dispositivo viene accettato in classe, l’importante è che resti in disparte: la metà degli intervistati (51%) lo può tranquillamente usare al di fuori delle lezioni (nel cambio d’ora, a ricreazione, nei momenti di pausa), a un altro 22% può persino capitare che gli venga richiesto di usarlo per scopi didattici. Solo il 15% lo deve tenere spento all’interno di scuola, per tutta la mattina. Ancora di meno (12%) lo devono consegnare all’ingresso.

Studenti a favore di norme in materia, ma non troppo rigide

Quindi, solo una minoranza di studenti (circa il 30%) può affermare che nella propria classe lo smartphone non venga usato da nessuno per scopi ludico-ricreativi durante le ore di lezioni. I ragazzi, comunque, non sono contrari a prescindere a un codice di comportamento: la maggior parte (64%) si dice a favore. Tra loro, però, la stragrande maggioranza – circa 8 su 10 – chiedono che non si esageri. Un buon 30%, invece, anziché introdurre divieti lavorerebbe sull’educazione all’uso dei dispositivi. Appena il 6% vede qualsiasi regola come un’intromissione eccessiva nella propria vita.