Formazione iniziale: per le associazioni è una buona idea ma anche una occasione persa

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A poche ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 79/2022 di conversione del DL 36 sulla formazione docenti e sul reclutamento docenti, il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, ha intervistato sull’argomento Anna D’Auria, segretaria nazionale MCE, e Beppe Bagni, presidente nazionale del CIDI.

Sul tema della formazione iniziale prevista dal DL 36 i responsabili delle due importanti associazioni professionali esprimono apprezzamento per alcuni aspetti della riforma ma ne evidenziano anche i limiti, a partire dalla scarsa attenzione agli aspetti laboratoriali e cooperativi.

“Avere rimesso al centro la formazione degli insegnanti è una cosa senz’altro positiva – dichiara Beppe Bagni -. Finalmente si è capito che per cambiare la scuola si deve anche agire sulla formazione degli insegnanti di scuola secondaria. Tra essere conoscitore della disciplina e saperla mediare trasmettendo il gusto dell’apprendere, c’è una bella differenza. Il sapere insegnare è qualcosa che prevede formazione ed esperienza. Poi che sia un percorso individuale e non un percorso di ricerca della scuola è un aspetto negativo”.

Una critica, quella alla modalità individuale del percorso formativo, sulla quale ritorna anche Anna D’Auria: “Per preparare gli insegnanti dobbiamo dare loro la possibilità di sperimentare ciò che poi sperimenteranno in classe i loro ragazzi. Il lavoro di gruppo per la costruzione delle conoscenze è fondamentale. Questo il vulnus del percorso formativo: servivano più attività laboratoriale e più ricerca di base”.

Il percorso di formazione iniziale abilitante

Ricordiamo che il percorso universitario e accademico abilitante di formazione iniziale corrisponde a non meno di 60 crediti formativi universitari o accademici, denominati CFU/CFA. Durante tale percorso sono acquisite dagli aspiranti docenti le competenze minime che andranno a costituire il profilo del docente secondo dei traguardi stabiliti dal cosiddetto Profilo conclusivo delle competenze professionali del docente abilitato, nell’ambito di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca, entro il 31 luglio 2022.

Il percorso si conclude con una prova finale comprendente una prova scritta (analisi critica relativa al tirocinio scolastico effettuato durante il percorso) e una lezione simulata. 

Altri dettagli sul percorso di abilitazione a questo link.