Home Politica scolastica Formazione obbligatoria dei docenti: esistono interessi economici?

Formazione obbligatoria dei docenti: esistono interessi economici?

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Molti docenti si stanno lamentando del proliferare dei corsi di formazione che spesso sono poco formativi e fanno perdere molto tempo.

Qualcuno sospetta che il comma 124 della legge 107/2015, oltre a definire la formazione di tutti i docenti, strutturale, permanente e obbligatoria, sia stato introdotto con lo scopo di favorire le associazioni professionali che si occupano di formazione didattica.

D’altronde, per formare quasi un milione tra docenti e personale scolastico, tenendo conto che si sta lavorando anche sulla formazione del personale Ata, servono risorse economiche ingenti.

Ma con quali fondi vengono pagati i corsi di formazione che i Dirigenti scolastici propongono ai propri collegi dei docenti? Su questi pagamenti c’è poca trasparenza e a volte sorge il sospetto che dietro alcuni corsi di formazione ci siano degli interessi economici poco chiari.

Per quanto riguarda i pagamenti dei corsi di formazione, che di norma dovrebbero essere regolati e pagati secondo il Decreto Interministeriale n. 326 del 12 ottobre 1995 n. 326, interviene duramente l’ANP, con una nota scritta, a lamentare l’inadeguatezza dei compensi dei formatori.

Nella suddetta nota, l’ANP definisce la misura dei compensi indicati nel D.I. 326/1995 totalmente anacronistica e superata dalle leggi di mercato ancor prima che dalla successiva “rivoluzione” autonomistica.

 

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ANP precisa che le istituzioni scolastiche sono dotate di autonomia organizzativa e di ricerca nonché di capacità negoziale per cui, di conseguenza, sono libere di definire tanto le modalità di progettazione e di erogazione della formazione quanto l’entità massima dei compensi relativi alle attività pianificate, ovviamente entro i limiti dei finanziamenti disponibili. Sotto questo profilo, pertanto, poiché il D.I. 326/1995 è antecedente di oltre cinque anni all’entrata in vigore dell’autonomia scolastica, il richiamo ad esso suona come una palese negazione di una fondamentale conquista dell’ordinamento scolastico.

L’ANP chiede al Ministro Fedeli di rivedere le posizioni anacronistiche del il D.I. 326/1995, in modo da adeguare il metodo di pagamento dei formatori all’attualità di una scuola autonoma dove i dirigenti scolastici sono da considerarsi formatori di elevata professionalità.

In buona sostanza, fatto il comma 124 in cui si intende fare diventare la formazione di tutti i docenti oltre che obbligatoria, permanente e strutturale, adesso bisogna adeguare e liberalizzare le retribuzioni dei formatori.

Tutto questo, mentre la formazione diventa un carico di lavoro aggiuntivo per i docenti che hanno un contratto scaduto da oltre 7 anni e mancano anche le risorse economiche per un rinnovo adeguato.

 

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