
Verso il liceo Classico c’è sempre mano interesse tra i giovani: la discesa è lenta ma inesorabile, tanto che pure quest’anno le iscrizioni hanno fatto registrare un calo evidente. All’inizio del 2025 la media nazionale di iscritti al liceo Classico si è infatti attestata al 5,8%, contro il 6,2% di 12 mesi prima. Il liceo delle Scienze Umane, tanto per fare un esempio, è invece salito dal 10,3% all’11,2%.
A caldo, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti non nascose la sua preoccupazione per questa tendenza. A distanza di qualche mese, l’esponente di FdI è tornata sull’argomento: “Non si può parlare di cultura senza rilanciare il liceo Classico che purtroppo è in difficoltà, c’è un calo preoccupante di iscrizioni“.
Durante un intervento tenuto al convegno “Spazio cultura. Valorizzare il passato, immaginare il futuro“, svolto al Teatro Niccolini di Firenze su iniziativa dei gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia, Frassinetti ha parlato di “una battaglia culturale” per rilanciare l’importanza degli studi classici, evocando una “rivoluzione culturale” che la destra al governo sta portando avanti.
“Vediamo magari di attualizzare il liceo classico anche attraverso l’orientamento”, perché “è una vera e propria eccellenza che non può essere abbandonata”, ha sottolineato Frassinetti.
Il sottosegretario è quindi tornato a parlare delle nuove indicazioni nazionali della scuola primaria, che dovrebbero essere approvate in via definitiva entro il prossimo mese di giugno: “Il binomio scuola e cultura – ha sottolineato Frassinetti – è fondamentale. Il governo Meloni ha attuato una rivoluzione culturale nel cercare di riportare le materie tradizionali, specie per le scuole primarie e secondarie di primo grado, all’attenzione dei nostri ragazzi”.
“Si tratta di tornare alla conoscenza, superando la dicotomia conoscenza – competenza, perché senza conoscenza non c’è competenza – ha aggiunto il sottosegretario – Penso che questa sia una grande rivoluzione culturale per permettere ai giovani di essere cittadini consapevoli e preparati riportando la conoscenza e il sapere al centro della nostra scuola”.
“Dopo la storia abbiamo rimesso nei programmi la geografia, mentre prima avevamo la geostoria. Poi abbiamo rimesso al centro la letteratura – ha aggiunto – Mettere il latino alle scuole medie serve a sviluppare i meccanismi mentali, al pari della meccanica. La poesia per la memoria è importante, soprattutto per i bambini. Questa non è la scuola di una volta, è la scuola che prepara ad affrontare la vita”.