Home I lettori ci scrivono La scuola non deve togliere ai ragazzini i tablet e i cellulari

La scuola non deve togliere ai ragazzini i tablet e i cellulari

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Ho ascoltato quanto riportato dalla stampa sul dibattito organizzato dal PD e ascoltato il populismo “terapeutico” di Crepet, a mio avviso fuori dal mondo concreto della scuola, che non rincorre la tecnologia, ma ne è sopraffatta e non può far finta di non vederla.

Nella scuola manca tutto, da insegnanti tecnologicamente aggiornati a banchi, sedie e carta igienica, altro che invasione di tablet! Quindi di quali scuole parliamo?

Oggi non puoi fare l’architetto, l’ingegnere o l’avvocato se non sei competente/digitale e non sai utilizzare le nuove tecnologie. Che vogliamo fare? Tornare al disegno tecnico a mano? Senza le tecnologie digitali, molte frontiere mediche non si sarebbero mai aperte. Pensate agli interventi extra-corporei con robot sempre più presenti nell’alta chirurgia!  E senza gli archivi digitali, come farebbe un avvocato a fare ricerche e studiare sentenze? E un ingegnere farebbe i calcoli di portanza strutturale sulle tavolozze di cera???

Provi lui a computare a mano la resistenza alle torsioni di un metallo, con carta penna e calamaio! E un avvocato si trasformerebbe in un topo di biblioteca, a leggere i processi sui faldoni??? Per cortesia siamo seri!

Il telefonino per i ragazzi è importante, da questo nuovo strumento passa tutto il loro mondo emozionale. Si! Parlo di emozioni, come amore, odio, paura, preoccupazioni, bisogno di ascolto. E’ una baggianata commerciale baciarsi senza rete, L’erotismo è immaginazione, desiderio, comunicazione. Vogliamo tornare alle letterine d’amore di un tempo?

Sembra di ascoltare i vecchi al bar della piazza del paese. Un tempo era tutto diverso, questi capelloni rovineranno l’Italia! I treni arrivavano puntuali e c’era più rispetto!

La scuola non deve TOGLIERE ai ragazzi telefoni e tablet (poco usati) ma deve dare di più,  deve mostrare come poter utilizzare questi nuovi giocattoli, per migliorare la propria e l’altrui vita. E’ grazie alla rete che tanti ragazzi scappano dalle torture e dalla guerra,  per rifugiarsi in Europa in cerca di un futuro migliore. Non sono gli strumenti ma l’uso che se ne fa, a fare la differenza è LA SCUOLA deve riprendersi il suo naturale ruolo EDUCATIVO,  educare per vivere bene tutti.

L’aumento della comunicazione in RETE ha fatto crollare tanti mondi economici/professionali.
Sono state azzerate le cabine telefoniche, chi si ricorda dei gettoni del telefono?
Si sono spalancate le finestre degli studi di consulenza, oggi l’ascolto/aiuto passa nella rete e 50.000 psicologi ripiegano sulla professione di EDUCATORE, perché non riescono ad essere assorbiti dal mercato per mancanza di domanda di ascolto a pagamento. La RETE è informazione libera e i ragazzi lo sanno bene, disertano la TV, i giornali. Le informazioni le trovano in RETE a partire dai loro interessi. Ecco una seconda parola chiave, INTERESSE! La scuola deve diventare interessante, curiosa, stimolante, innovativa, emozionante e a misura di bambino e bambina, come diceva la citata Montessori … ma dei bambini che abbiamo davanti oggi”
Io credo che la scuola debba farsi attraversare dalle novità, tutte le novità, e debba accettare i ragazzi così come essi sono, per poi cercare di accompagnarli verso il futuro che vorranno realizzare. Aggiungendo, arricchendo, dando strumenti, direzione e soprattutto un universo di senso a cui riferirsi, uno sguardo pedagogico in cui sentirsi amati. La scuola deve amare i ragazzi e i ragazzi non chiedono altro.