Home Archivio storico 1998-2013 Generico L’amore ai tempi della chimica. E’ una cosa strana!

L’amore ai tempi della chimica. E’ una cosa strana!

CONDIVIDI
L’Amore ai tempi della chimica è una cosa strana. Abbastanza strana. In giro certi scienziati sono convinti di tenere Dio in una mano. Pensano che la natura, il Creato, non ha segreti e che l’uomo non è più di un puzzle da ricomporre. L’Amore? E’ solo un’equazione da risolvere, ci dicono.
Una volta si chiamava semplicemente colpo di fulmine. Gli occhi grandi che attraversavano l’infinito, le palpebre spalancate, la lingua che restava così sospesa e farfugliante tra i denti, le parole che non uscivano, le gote che d’un tratto diventavano rosse rosse. Era subito un incrociarsi di sguardi, uno scambio di sensazioni, un intrecciarsi di emozioni.
Era lui che cercava lei, lei che cercava lui. Era il mondo che girava intorno a loro.  
Tutto si condensava in un solo piccolo grande brivido che sapeva d’eterno.
I giorni passavano e quel piccolo grande brivido prendeva il nome di “Amore”. Già, “amore”, che sta per felicità, giovinezza, frenesia, magia, mistero e, soprattutto, vita.
E’ stato così per anni. Adesso però i tempi sono cambiati. E non c’è spazio per i sentimentalismi.
Pare che in gioco ci siano alcuni feromoni emanati dalla persona. Il dizionario (Zingarelli 2009) spiega, in parole spicciole, che il feromone è una sostanza chimica emanata da qualunque animale  e che “influenza il comportamento, lo sviluppo o la riproduzione di altri individui della stessa specie”.
In pratica i feromoni fluttuano nell’aria, turbano le percezioni sensoriali e chi le respira si invaghisce, stravede, diciamo che, letteralmente, “falls in love”, cade in Amore.
Ancora però non è l’innamoramento vero e proprio. Siamo, appunto, nella fase della “caduta”, del colpo di fulmine che è anche legato a qualche effetto termico. Per andare avanti, dice la scienza, poi ci vorrà anche una certa compatibilità genetica. 
Insomma: è tutto un procedimento complicato. Difficile da capire per i non addetti ai lavori. Ora l’Amore parla inglese come i suoi scienziati.
Era bello però quando l’Amore era una lingua universale. Si determinava non dal numero dei geni in gioco ma dai numeri dei battiti che il cuore pulsava.
Una volta contavano più le frasi incomprensibili dette a metà che pagine e pagine di ricerche.
Addirittura un altro illustre uomo di scienza americano, un professore di zoologia, in uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature” mette in ballo –non è il primo – che c’entrano sempre con i feromoni e vengono prodotti dalle donne. Questi potrebbero essere venduti a spray. 
Basterebbe una spruzzata nell’aria per trovare l’anima gemella (avendo prima letto il foglietto informativo che si troverà nel pacchetto, si presume!).
Per innamorarsi tutti in farmacia, quindi? Mah, eppure all’Amore genuino e puro come lo intendevano i nostri nonni eravamo affezionati. Alla fine, per rubare l’idea a Silvie Coyaud, dalle colonne del “Sole 24 Ore”, questi spray perché “non spruzzarli dove gli uomini fanno la guerra”, se funzionassero veramente.  Pure la scienza ha le sue barzellette. Prendiamole a ridere. Certo –lasciatemelo dire-, l’Amore ai tempi della chimica è una cosa veramente strana!