Home Attualità “Leggere a voce salva i cervelli. Recuperare la lettura in classe”

“Leggere a voce salva i cervelli. Recuperare la lettura in classe” [INTERVISTA]

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Si è svolta il 19 luglio, presso lo Spazio Tiziano, in Viale Tiziano a Roma, la presentazione del libro di Paolo S. Sessa, La lettura, il corpo, la voce. Fondamenti linguistici e neurali della lettura ad alta voce (Giovanni Fioriti Editore, € 22,00, pagine 248). L’incontro è stato condotto, con buona affluenza di pubblico, dalle Professoresse Anna Angelucci (saggista e docente di letteratura italiana e latina) ed Anna Pagano (docente di lingua e letteratura inglese nonché “donatrice di voce” per l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti).

In particolare Anna Angelucci ha sottolineato l’utilità didattica della lettura ad alta voce di opere letterarie per contrastare la totale dipendenza delle giovani generazioni dalle tecnologie informatiche. «È dimostrato dai neuroscienziati» ha tra l’altro affermato Angelucci, «che le nuove tecnologie modificano non solo la nostra mente, ma persino il nostro cervello. Ciò accade persino per noi cinquantenni, che pure abbiamo studiato sui libri, e solo successivamente abbiamo utilizzato pc, tablet e Smartphone; i quali ci hanno aiutati e potenziati perché siamo noi, attraverso gli strumenti che la cultura ci ha fornito, a dominare questi mezzi. Invece sugli adolescenti il loro effetto è devastante, perché il primo approccio di un bambino alla realtà è oggi mediato esclusivamente da questi strumenti. Pertanto i nostri giovani possono esser salvati da simili cambiamenti (di cui non conosciamo ancora gli esiti finali) soltanto recuperando l’insegnamento tradizionale, che ormai pare fuori moda. Occorre recuperarlo anche a costo di non esser giudicati buoni docenti. In questo senso la lettura in classe è un ottimo strumento

La Tecnica della Scuola l’ha intervistata.

Professoressa Angelucci, di cosa tratta questo libro?

Questo libro è stato scritto da un insegnante, Paolo Sessa, docente siciliano di Lingua e letteratura inglese, ed è frutto di otto anni di studio e di rigorosa ricerca scientifica, sotto il profilo letterario ma anche dal punto di vista delle neuroscienze. Esplora significati, funzioni e valore aggiunto che la lettura ad alta voce (in particolare del testo letterario, sia narrativo che poetico) può fornire a chi fruisce il testo letterario, lettore o ascoltatore che sia.

In che modo la lettura di questo libro può offrire al docente la possibilità di migliorare il proprio rapporto con i discenti?

Questo libro valorizza moltissimo la letteratura a scuola: in tutti gli ordini di scuola, dalle Elementari alle Superiori. Ciò mi sembra importante perché siamo alla fine di un percorso lungo, in cui — come noi docenti sappiamo — la letteratura è stata marginalizzata nell’insegnamento, favorendo al suo posto un’educazione linguistica che ha preferito al testo letterario la proposta in classe di testi appartenenti ad altri generi. Quindi il primo valore di questo libro è proprio il fatto che esso sottolinea l’importanza della letteratura come elemento fondamentale dell’insegnamento. Inoltre la letteratura letta ad alta voce in classe (pratica forse un po’ antica ma sicuramente da riprendere – ribadisco — in tutti gli ordini di scuola e non soltanto alle Elementari) attiva una serie di processi non solo cognitivi  ma anche neurologici, fondamentali per l’apprezzamento, la comprensione e l’interpretazione del testo letterario. L’Autore spiega tutto ciò in modo molto chiaro.

A suo parere questo libro va nella stessa direzione della nuova scuola delle competenze affermatasi negli ultimi anni?

Direi assolutamente di no. Questo libro non offre una direzione di ricerca né di attività didattica focalizzata sulle competenze intese come “saper fare”. Al contrario, l’Autore insiste sul valore conoscitivo del testo letterario, al di là degli strumenti e delle metodologie.