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Nella scuola delle opportunità e delle responsabilità

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La tecnologia è una realtà con la quale anche i bambini si confrontano oggi sempre più nel quotidiano.

I giovani vengono educati fin da piccoli a utilizzare il computer per studio e per svago e così facendo stiamo lentamente consegnando nelle loro mani uno strumento fondamentale di ricerca e di sviluppo della creatività, come motore trainante, se ben impiegato, per l’intera collettività di quel domani che è già oggi.

Tuttavia, non si può prescindere dal fatto che la famiglia, la scuola e più in generale ogni adulto responsabile di un rapporto educativo con un minore, devono essere preparati a fornire alcune linee guida per tutelare i più giovani da un uso riprovevole degli strumenti informatici.

Proprio per tal motivo la dimensione socio-educativa deve collocarsi in posizione preminente, sia in termini di controllo, sia di prevenzione dei rischi e delle opportunità legate all’utilizzo di Internet da parte dei Minori.

Le più recenti ricerche avviate e condotte dal 2006 per mezzo del programma Safer Internet plus della Commissione Europea, hanno registrato su base statistica, indubbiamente crescente, che il 75% dei bambini in Europa usa internet, e così mentre alcuni magnificano le capacità digitali dei giovani, altri ne temono la vulnerabilità alle nuove forme di pericolo.

Ad oggi, infatti, molte ricerche, alcune condotte anche dal Co.Re.Com., hanno fatto emergere, purtroppo, un approccio superficiale e transitivo alla gestione educativa del rapporto fra minori e Rete che tralascia in maniera assoluta gli aspetti e le azioni in grado di generare impatti forti nella riduzione di tali rischi.

Internet è tra i media con maggiore richiamo sui giovani, in Italia si stima che su circa 10 milioni di utenti della Rete vi siano quasi 350.000 bambini delle scuole elementari.

Questo dato è estremamente rilevante soprattutto se si considera l’eccezionale potenzialità ed eterogeneità di messaggi veicolati attraverso canali asincroni e sincroni, rispettivamente come social media e chat. Ecco perché non possiamo non favorire con ogni mezzo la promozione, la tutela e l’uso corretto della rete Internet e dei sistemi multimodali a favore dei minori.

Se l’avvento della prima ruota da carro ha tracciato il solco per una trasformazione di percorso e di concetti all’interno di uno spazio – tempo ridisegnato per lo spostamento fisico delle nuove generazioni, l’ideazione dell’apparecchio telefonico e del telegrafo hanno favorito la nascita e il potenziamento della mobilità sonora e immateriale.

Alla stessa maniera se la nascita della radio prima e della televisione poi hanno determinato una nuova dimensione relazionale fra fruitore e oggetto, la nascita di Internet prima e del suo potenziamento mediatico poi, con l’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi integrati del web 2.0 e 3.0, hanno contrassegnato un cammino mediatico generazionale, caratterizzato da una più rapida e diversificata dimensione relazionale e concentrata su un singolare rapporto fra i soggetti della comunicazione.

È evidente che il salto generazionale non avviene mai senza l’affermazione di elementi di intermittenza della comunicazione socio-generazionale, soprattutto in termini di concentrazione della percezione dei rischi e delle opportunità che i nuovi artefatti culturali e tecnologici consegnano alla collettività.

Oggi più che mai è necessario che anche la scuola sappia porsi l’obiettivo di accrescere nei bambini e negli adulti educatori, a mezzo delle figure professionali più esperte, purché vocate ad un elevato know how non puramente ed isolatamente teorico, reperibili dentro la scuola stessa o all’esterno di essa, la consapevolezza delle potenzialità legate all’uso di Internet in generale ed oggi, nello specifico, anche quello dei social media e delle tecnologie di comunicazione mobile di ultima generazione.

Tali ultime sono capaci, attraverso specifiche App, di creare una multi interazione tra più piattaforme social nel medesimo istante, ponendo in essere su minori, adolescenti e non più tali, le giuste attenzioni sul quel parvenu tecnologico che sempre meno appartiene al futuro remoto, così come i rischi che incombono nel rapporto media – minori nativi digitali.

È opportuno che la scuola e la famiglia sappiano tratteggiare la dimensione dell’utilizzo dei media da parte dei minori e la loro percezione del rischio di molestie online; agli esperti, poi, la capacità di porsi come strumento di mediazione per l’aggiornamento e la diffusione di nuove forme di conoscenza per le scuole e le famiglie del territorio.

In conclusione è cogente oggi l’impegno da parte delle scuole di accrescere la consapevolezza dei genitori e dei minori rispetto ai rischi di un uso distorto di Internet e dei dispositivi di comunicazione mobile, ivi comprese le consolle di ultima generazione, con riferimento alla dilagante diffusione del bullismo elettronico o cyberbullying, alla pedopornografia online, alle tecniche di grooming (adescamento sessuale di minori attraverso internet) e più in generale a quelle di social engineering (studio del comportamento individuale di una persona al fine di carpire informazioni) nei diversi aspetti tecnici, pedagogici, educativi, psicologici e giuridici.

di Francesco Augello