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Perché straparlare sulla scuola?

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Le ultime esternazioni sulla scuola della ex ministra Azzolina e quelle provenienti dall’ entourage del nuovo governo Draghi, mi hanno lasciato perplesso e scoraggiato nello stesso tempo. E perché perplesso? Credo per un insieme di sortite non proficue per la scuola e ideologiche per gli effetti che producono. Mi accingo a spiegarne i motivi. L’ultima della ex ministra è stata quella di affermare che durante il suo mandato ha fatto degli errori – noi crediamo giganteschi – ma che sarebbe pronta a rifare tutto allo stesso modo.

Errare umanum est…, eppure l’immarcescibile così ha detto senza aver paura di andare alla gogna mediatica che forse merita. Cosa che lascia un po’ irretite logica e buon senso, poiché nessun individuo di ‘buon senso’ potrebbe mai affermare cosa simile senza sentirsi immerso nell’acqua gelata. Tale sortita è una cattiva ideologia che crea falsa coscienza, e le false coscienze non hanno mai prodotto, anche quando lo pensavano, eventi positivi.

La storia è lastricata da buoni propositi e da cimiteri. E qualche cadavere anche Azzolina lo ha lasciato per strada dai concorsi inopportuni vista la pandemia fino alle sedie rotanti, a quel senso metafisico di pensare di essere nel giusto a prescindere, anche quando ha portato avanti quella crociata tutta personale contro i precari storici che, in fondo, lei detesta senza dirlo pubblicamente, lei che viene dalla Silsis.

Senza il pudore di ammettere che tutti costoro da anni portano avanti la baracca, con abilitazioni e quant’altro in loro possesso, messi da Prodi nelle graduatorie a esaurimento e lasciati lì a esaurirsi per il bene della Patria contro le stesse leggi europee che hanno multato l’Italia per tale pratica dannosa.

Dall’altro lato le esternazioni di Draghi appena insediatosi hanno creato altro sconcerto di suo. Bisogna recuperare il tempo perso con la dad/did dice l’uomo venuto dalla BCE. Ma come? ci eravamo lasciati che la Dad aveva salvato il mondo della scuola – immaginatevi cosa sarebbe accaduto solo quindici anni fa – e ora mettiamo in discussione ciò che comunque ci sta salvando ancora se solo si avesse il coraggio di dirlo senza ideologie mistificatorie quali sembrano.

Personalmente la dad non mi piace, ma sarebbe stupido non affermarne l’utilità oggettiva. La parola ‘Recupero’ in quel discorso aveva lo svantaggio di sottintendere che non si era fatto nulla fino ad ora, e questo è ingiusto e sbagliato. Se tutti noi siamo riusciti a porre rimedio all’irrimediabile, è perché un esercito di docenti ha fatto quello che poteva in assenza di mezzi appropriati vista la costante miopia dei diversi governi per quello che concerne l’istruzione e la ricerca, evitando una Caporetto vogliamo dirlo?

Ma si rendono conto della situazione in cui si è lavorato e del loro braccino corto, delle loro scarse strategie attuate, che vanno dai Bed&Breakfast alle sedie con rotelle e i teatri per fare lezione alle mascherine di carta igienica? Dovrebbero ringraziare i docenti che sulla linea del Piave hanno mostrato senso del dovere, abnegazione e fantasia anziché strizzare l’occhio a modelli di scuola tipo quelli che Confindustria e Fondazione Agnelli vorrebbero per assoggettare la scuola pubblica al ‘loro’ sistema privatistico di agenzia educativa, in breve alla scuola renziana di cui dovremmo sbarazzarci dimenticandoci l’esistenza, prassi che assomiglia a quella logica liberista che ha infettato il nostro paese chiudendo i presidi sanitari (e ora se ne vedono le conseguenze), ridotto i servizi ferroviari, portando scuola, ricerca e paese al dissesto.

E questa totale contraddizione tra chi sta sul campo e chi, invece, dovrebbe supportare il nostro operato, mostra tutta la pochezza del nostro sistema politico. Sarebbe auspicabile uscire da questa logica emergenziale avviando una nuova stagione propositiva fuori del tifo calcistico che s’ intravede tra didattica a distanza e didattica in presenza, ragionando sugli spazi scolastici che non ci sono, sulle risorse per dimezzare le classi assumendo più docenti, attuando una politica della viabilità.

Queste ultime esternazioni non aiutano anche perché sodali alla solita mannaia neoliberista che cadrà su di noi: cosa pensate dirà il novello consigliere all’ economia, Prof. Giavazzi, a Draghi? Tagliare! Punto. Ora, questa situazione è imputabile ai governi che si sono succeduti che non hanno mai fatto nulla, pensando ai docenti come a dei missionari che si dedicheranno comunque con le loro risorse: le piattaforme costano a docenti e studenti, costano le necessarie adsl che, usate da casa, devono ricadere come “costo lavoro” e non sulle tasche del dipendente o dell’utente.

Mi domando come sia possibile che un governo, che si considera di alto profilo o forse solo di altro profilo, non pensi alla banda larga, ad una piattaforma nazionale anziché continuare a spendere soldi per usare piattaforme private costose di gruppi stranieri che nemmeno pagano le tasse. Meno commissari e più decisioni condivise avremmo bisogno. Ma qualcuno crede agli asini che volano?

Ferdinando Sabatino