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Sciopero degli scrutini, l’adesione sarà altissima

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Ci siamo: dopo il tira e molla, durato oltre un mese, lo sciopero degli scrutini entra nel vivo. Con un’adesione alla protesta che si prevede altissima. Si salveranno solo le classi terminali, quindi quelle di terza media e di quinto superiore.

“Gli insegnanti – scrive la Cub Scuola – si sono organizzati nelle varie scuole per garantire l’assenza di almeno un insegnante per ogni scrutinio: basta infatti un solo insegnante in sciopero per far annullare lo scrutinio. Anche se le leggi anti-sciopero degli inizi degli anni Novanta e ancora in vigore – leggi gravemente condivise anche da Cgil, Cisl, Uil e Snals – rendono difficile il blocco prolungato, gli insegnanti vogliono comunque dare un segnale forte, rimandando le operazioni di assegnazione dei voti proprio nei giorni in cui il Disegno di legge è in discussione al Senato”.

Vale la pena ricordare che la normativa vigente prevede che gli scrutini rimandati per via dello sciopero, anche di un solo docente del consiglio di classe, per mancanza del cosiddetto ‘collegio perfetto’, vanno svolti al massimo entro cinque giorni.

“In alcune scuole – continua il sindacato di base – i dirigenti scolastici, per cercare di ostacolare lo sciopero, stanno mettendo in atto azioni illegittime: per esempio, alcuni dirigenti minacciano di convocare gli scrutini anche di domenica, cosa che è assolutamente illegale”.

Un punto, quest’ultimo, su cui nei giorni scorsi si era fermato anche l’Anief, che ha messo in guardia i presidi a farsi carico di negare al personale docente e Ata il riposo settimanale per un’attività a tutti gli effetti funzionale all’insegnamento e quindi da svolgere nei giorni feriali.

Gli fa eco Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, che definisce gli scioperi degli scrutini di questa settimana “l’arma migliore per battere il ddl ‘cattiva scuola’, imporre il no al preside padrone e ai quiz e ottenere l’assunzione stabile dei precari”. Ora il premier, secondo Bernocchi, “vorrebbe cavarsela lasciando ai presidi i superpoteri ma aggiungendovi una sorta di ‘clausola di sicurezza’, imponendo loro il cambio di scuola ogni sei anni: come se il problema fosse il grado di corruttibilità del preside e non la carica di per sé degradante e distruttiva dei superpoteri sull’intero funzionamento della collegialità scolastica”. “Siamo convinti che l’arma decisiva per bloccare il ddl sia il successo dello sciopero degli scrutini di questa settimana. Nei giorni scorsi, di fronte alla sleale, e a nostro parere illegale, manovra di alcuni presidi che hanno convocato gli scrutini prima che le lezioni terminassero, lo sciopero è stato totale. Ma il test decisivo ci sarà a partire da oggi e noi siamo fiduciosi che lo sciopero supererà anche quello oceanico del 5 maggio, bloccando almeno il 90% degli scrutini”.

 

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Ricordiamo che i Cobas hanno convocato lo sciopero degli scrutini l’8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige. Lo sciopero è previsto nella prima ora di ogni suo scrutinio: sarà sufficiente lo sciopero di un solo docente per farlo rinviare.

Gli altri sindacati, invece, hanno previsto che ogni docente possa scioperare anche negli altri giorni di svolgimento delle valutazioni di scrutinio di fine anno. 

Per approfondimenti sulle modalità di adesione allo sciopero cliccare qui.

 

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