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Simone Cristicchi replica alle critiche: “Se i bambini hanno apprezzato la mia canzone e la studiano a scuola, ci sarà un perché”

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Il cantante Simone Cristicchi, che ha partecipato al Festival di Sanremo 2025 con la canzone “Quando sarai piccola, sul rapporto tra figli e genitori anziani, ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera in cui ha chiarito quale sia il malessere di sua madre, confermando che non si tratta di Alzheimer come lascia, magari, intendere il brano.

“Ammesso che un artista debba delle spiegazioni in merito alle sue opere, in realtà la prima cosa che ho fatto è stata puntualizzare il tema del brano, e i giornalisti onesti lo sanno bene. Ho detto che la mia canzone non è una cartella clinica, e non si può ridurre a una patologia specifica. Io scatto una polaroid, una fotografia che descrive un profondo sentimento, un mio stato d’animo. Il resto lo lascio alla libera interpretazione”, queste le sue parole.

Ed ecco il riferimento alla scuola: “Se anche i bambini l’hanno apprezzata e la studiano a scuola, ci sarà un perché. Se però vengo accusato di dolo, per aver nascosto il fatto che mia madre non fosse malata di Alzheimer, siamo alla diffamazione. Si è verificata una situazione surreale, che ancora oggi mi lascia basito sul clima creato da certa stampa e dai social, per un tema così delicato. Per non parlare di chi si è scandalizzato perché ho avuto la malsana idea di presentare il mio album nella cattedrale di Sanremo”.

L’analisi di Galiano

In effetti il docente e scrittore Enrico Galiano aveva suggerito ai suoi colleghi di proporre la canzone in classe. “Ci sono canzoni che emozionano, e poi ci sono quelle che ti prendono il cuore e lo strizzano. ‘Quando sarai piccola‘ di Simone Cristicchi è una di queste. Un brano che non parla solo di tempo che passa, ma di amore che si trasforma in cura, di genitori che diventano figli e figli che diventano genitori”, ha scritto, come riporta PordenoneToday.

“Il cuore pulsante del brano sta tutto in quell’immagine: una madre che diventa piccola. Non è solo un modo di dire, è una verità dolorosa. La vita torna indietro, i figli si ritrovano a reggere il peso di chi un tempo li portava in braccio. La canzone racconta proprio questo: un figlio che si trasforma in padre della propria madre, che la aiuta a camminare, che la accompagna nei ricordi, che le ripete il suo nome mille volte anche se lei lo dimentica. E lo fa senza rabbia, senza disperazione. Solo con una tenerezza sconfinata. Non c’è paura nel vedere la madre cambiare, c’è solo la certezza che lui ci sarà sempre. Anche quando lei non saprà più chi è. Anche quando i ricordi svaniranno del tutto”, queste le sue parole.

Galiano e “Bella stron*a” a scuola

Galiano, in un video su Instagram, ha analizzato la celebre canzone di Marco Masini “Bella stron*a del 1995, recentemente riportata alla ribalta grazie a Fedez, che l’ha cantata e modernizzata a Sanremo 2025, durante la serata cover.

Secondo Galiano si tratta di una canzone pericolosa in quanto sembra illustrare tutti quei sentimenti che in un uomo portano alla violenza sulle donne o addirittura al femminicidio. Ecco la sua analisi, riportata da PordenoneToday.

“Perché ‘Bella stron*a‘ di Marco Masini dovrebbe essere studiata a scuola? È un po’ come quelle lezioni di storia, in cui ci si pensa, vedete cosa succedeva di assurdo nel Medioevo? In questo caso il Medioevo è trent’anni fa e molte cose di quel Medioevo succedono ancora oggi. E sia chiaro uso Medioevo solo per dire passato remoto, non per dire che il Medioevo era un’epoca buia, se no mi arrivano le ragazze di Barbero a sopprimermi a colpi di manuale di storia in testa”, ha aggiunto Galiano.