
Di recente si è parlato moltissimo di bullismo dopo il caso di Paolo, studente suicida in provincia di Latina a causa delle vessazioni subìte a scuola dai compagni. Anche l’anno scorso l’inizio dell’anno scolastico è stato purtroppo caratterizzato da una tragedia simile.
A ottobre 2024 si è tolto la vita, infatti, anche un altro ragazzo, in provincia di Ancona, Leonardo. Il giovane si è sparato con la pistola del padre ed è stato trovato morto in un casale di campagna dopo che di lui si erano perse le tracce. Anche in questo caso il giovane era vittima di bullismo a scuola.
A che punto sono le indagini
La madre, a un anno dal suicidio, ha rilasciato un’intervista a La Stampa. Anche lei, come i genitori di Paolo, accusa la scuola e i docenti del figlio di non aver dato seguito alle segnalazioni. “Quest’anno senza di lui è stato atroce. E ancora mi chiedo come abbiano fatto degli adulti a girarsi dall’altra parte. Dopo tutto questo tempo abbiamo ricevuto solo silenzio. Se i professori mi avessero chiamata, se qualcuno avesse lanciato l’allarme penso che mio figlio sarebbe ancora qui”, ha detto.
Le indagini a che punto sono? “Credo stiano andando avanti, ma per ora non ci sono provvedimenti. So solo che i bulli erano soprattutto due femmine e due maschi della sua classe e poi ci sarebbero forse altri soggetti estranei al contesto scolastico. Lo prendevano in giro per i suoi modi cortesi e perché era biondo e straniero. Peraltro era italianissimo perché io sono russa ma suo padre è italiano. Poi dicevano che il suo cognome che finiva per ‘a’ era femminile. Era diventata una persecuzione. Ho saputo che gli mettevano le mani addosso, lo seguivano in bagno. Le cose più sgradevoli di cui mi fa male parlare. La scuola era iniziata a settembre, lui si è tolto la vita il mese dopo. Anche sul cellulare hanno trovato messaggi ambigui”.
“Tutti hanno ignorato quello che stava accadendo”
“Tutti hanno ignorato quello che stava accadendo. Lo prendevano di mira e il professore andava avanti con la lezione. Leo si era anche rivolto a un docente, spiegando che voleva cambiare scuola perché non si trovava bene, ma non è stato aiutato né ci hanno informati. Sappiamo che il dirigente scolastico è stato poi trasferito. In generale, occorre che i docenti si ricordino perché hanno voluto intraprendere il mestiere dell’insegnamento. Non è solo seguire un programma, ma dare anche un esempio, un’educazione, vigilare. Hanno doveri nei confronti di alunni e famiglie”.
Vogliamo si faccia luce sull’accaduto. L’avvocato che segue noi familiari – ha anche consegnato dei documenti inediti a Valditara. Al ministro abbiamo chiesto una proposta di legge che porti il nome di mio figlio. Chiediamo di coniare il reato di bullismo e introdurre nelle scuole una materia relazionale obbligatoria”, ha concluso.
Il focus della Tecnica della Scuola
Molto spesso questi casi si verificano a scuola, luogo in cui gli studenti passano gran parte delle loro giornate. Spesso si chiamano in causa, come negli ultimi giorni, docenti e dirigenti scolastici, accusati di non aver vigilato, di non essersi accorti di situazioni di disagio.
Per questo, La Tecnica della Scuola ha voluto fare chiarezza con un focus, per capire quali obblighi ha il personale della scuola, cosa si rischia in caso di mancata segnalazione.
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Bullismo, c’è una nuova legge: cosa prevede?
Abbiamo cercato di capire cosa prevede la nuova legge contro il bullismo voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, la n. 70 del 2024: cosa è cambiato? Cosa deve fare ogni scuola? Cosa dicono le linee guida in merito, che non vengono aggiornate dal 2021? Concretamente, cosa deve fare un docente che si trova davanti ad un caso di bullismo? Quali obblighi hanno i dirigenti scolastici?
Inoltre, abbiamo cercato di capire cosa aveva messo in atto, prima del suicidio di Paolo, la sua scuola, al momento oggetto di ispezione da parte del Ministero.
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Nell’immaginario collettivo, purtroppo, il bullismo è considerato spesso alla stregua di una ragazzata. Così non è, spiega l’avvocato Dino Caudullo, esperto di diritto scolastico. Le responsabilità degli studenti che si macchiano di questi comportamenti possono essere penali e civili, coinvolgendo anche le famiglie. Quanto ai docenti e ai dirigenti scolastici, sono legate principalmente alla vigilanza e all’omessa denuncia.




