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Un bidello ruba i soldi delle merendine, ma vengono recuperati 8 pc rubati

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Ha sottratto 15mila euro in 5 anni dai distributori di merendine e bevande installati nella scuola in cui lavorava. Per questo un bidello di un istituto tecnico per ragionieri e geometri di Chiusi (Siena) è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri per furto aggravato. L’uomo, un 54enne, si era procurato una chiave che gli consentiva di aprire i distributori e rubare i soldi versati dagli alunni. Un ammanco che ha insospettito la ditta proprietaria degli apparecchi, che ha allertato i carabinieri.

Ad incastrare il bidello una telecamera nascosta, posizionata dagli uomini dell’Arma accanto ai distributori.

E a questo arresto segue pure la denuncia per ricettazione di due falfattori che avrebbero rubato i pc nella scuola di Acquasanta Terme, l’unica agibile dopo il terremoto. Si tratta di due pregiudicati stranieri: un albanese di 38 anni e un macedone di 58, trovati in possesso dei notebook. 

 I carabinieri infatti hanno recuperato 8 dei 10 pc portatili rubati nella scuola media di Acquasanta Terme, denunciando due persone. Del furto aveva parlato anche il presidente della Repubblica Mattarella, definendolo “un’offesa all’Italia”, e un “tentativo odioso di rubare il futuro ai ragazzi di quel Comune”.

La scuola media ‘Nicola Amici’ era stata inaugurata il 14 settembre, primo segno di rinascita dopo il sisma, ma nella notte fra il 27 e il 28 settembre qualcuno era entrato negli uffici passando da una finestra lasciata aperta, e aveva rubabto i notebook, 4 dei quali consegnati soltanto da poche ore e frutto di una donazione.  La notizia del furto, diffusa dal sindaco Sante Stangoni, aveva suscitato lo sdegno di tutti. ”Un atto di sciacallaggio infame” l’aveva definito il primo cittadino di Acquasanta. ”Noi stiamo

lottando per non far morire il paese, ci giochiamo tutto ogni giorno, è in Italia c’è gente così, che non ha vergogna…”. Il ministro Giannini aveva subito promesso l’invio di nuovi Pc da acquistare con una colletta, ed Equitalia era stata fra i primi ad aderire all’appello.