
Un episodio particolare che diventa un precedente. Un docente in una scuola di Bolzano ha dato una nota ad un suo studente, nel 2022, perché durante la lezione non aveva staccato gli occhi dal telefonino. Lui aveva risposto con un “Bravo, bravissimo”, prendendo in giro l’insegnante.
Il professore ha deciso di non farla passare liscia all’alunno, come spesso accade, e lo ha denunciato per oltraggio al pubblico ufficiale. A distanza di quasi tre anni, la vicenda ha avuto il suo epilogo giudiziario: l’ex alunno oggi ventunenne ha pagato 400 euro di risarcimento all’insegnante e ha chiuso i conti con la giustizia. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Il ragazzo avrebbe sfruttato la “scorciatoia” stabilita nel codice penale che dispone l’estinzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale nel caso che il responsabile del delitto paghi un “indennizzo” alla parte offesa. “Il mio assistito è contento anche perché così gli resta la fedina penale pulita a pochi mesi dalla nascita di suo figlio”, queste le parole del legale del giovane.
“Girerò i 400 euro alla scuola”
L’ex studente, ora impegnato nel campo della ristorazione, aveva già sborsato altri cento euro di risarcimento all’istituto professionale di Bolzano. “Girerò i 400 euro alla scuola”, fa sapere subito il professore, vittima di una serie di aggressioni verbali dallo stesso studente.
“Ciò che è successo tre anni fa – continua il docente – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. E ribadisce che “la denuncia non è stata presentata per motivi di lucro né perché volevo che gli fosse inflitta una punizione esemplare ma solo per arginare la sua tendenza ad andare spesso oltre le righe”. Il docente di matematica non nasconde la sua soddisfazione per l’esito del processo: “È stato riconosciuto il diritto al rispetto della personalità morale dell’insegnante. Non è una cosa scontata soprattutto in questo periodo nel quale avvengono spesso questi episodi nelle scuole di tutto il Paese”.
“Non ho mai incontrato il ragazzo dopo la mia denuncia – conferma il professore – e non ho niente da dirgli. Credo che lui in qualche modo abbia riconosciuto l’errore e spero che sia maturato in questi tre anni”. E a chi gli contesta di aver preteso troppi pochi soldi come risarcimento, il docente risponde che “i soldi non sono né pochi né tanti, a me interessa solo che sia riconosciuto il reato e il diritto dell’insegnante alla propria dignità. L’unico mio rammarico riguarda l’atteggiamento della dirigenza della scuola che all’epoca della vicenda mi ha lasciato solo. Cosa avrei preteso? Avrei voluto che denunciassero lo studente, spettava più a loro che a me”.
Il ragazzo aveva difficoltà di concentrazione
La difesa del ventunenne aveva promesso battaglia: “Occorre tenere conto – aveva rivelato l’avvocato – che il mio assistito era un ragazzo certificato perché ha difficoltà di concentrazione ed è molto agitato. In passato, è stato seguito anche da due professori di sostegno”.




