Home I lettori ci scrivono Valutare senza fare la media dei voti provoca qualche paradosso

Valutare senza fare la media dei voti provoca qualche paradosso

CONDIVIDI

Propongo alcune osservazioni sull’articolo Valutazione alunni, Daniele Novara: “Usare la media aritmetica negli scrutini è sbagliato”, i cui contenuti mi fanno supporre che il professor Novara – eccezion fatta per l’università – in un’aula di lezione non sia mai entrato. A differenza di tanti insegnanti, fra cui il sottoscritto.

Sostiene il professore che agli inizi del percorso di apprendimento è normale sbagliare e che “la scuola è il luogo dove si deve migliorare, non dove si viene penalizzati per gli errori iniziali”.
Ma io ho visto studenti partire magari alla grande e poi declinare. Quindi non risponde sempre a verità – come invece sostiene lui – che nel tempo si compia un progresso. Se bisogna davvero “dare maggior peso all’ultimo voto ottenuto, che meglio riflette il livello raggiunto dall’alunno”, allora occorre dare maggior peso a quest’ultimo voto anche se è peggiore del primo. Si dovrà applicare il sistema suggerito dal prof. Novara anche se l’alunno parte bene e arriva male. Se veramente si deve “riscoprire una valutazione più umana (…) centrata non sull’aritmetica degli errori passati”, come la mettiamo se l’alunno commette degli errori presenti?
Io vedo dietro a tutto questo l’ennesima alchimia e gli ennesimi equilibrismi per promuovere tutti indiscriminatamente: se nel tempo sei migliorato ti valutiamo positivamente e se nel tempo sei peggiorato, beh… non ne teniamo conto e ti valutiamo positivamente lo stesso. 
Da ultimo mi viene in mente una domanda cattiva: egregio prof, Novara, Lei a scuola che voti prendeva? 

Daniele Orla