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Vietato l’uso degli smartphone anche nella secondaria. Ma sono le scuole a decidere “specifiche sanzioni”.

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È stato vietato l’uso degli smartphone anche nella secondaria superiora con regolare “circolare” del ministro dell’istruzione che per giustificarla, giustamente, elenca tutte le negatività che ci sono dietro all’uso del mitico telefonino che fa comunque impazzire di gioia i ragazzi e non solo. 

Avrebbero infatti un impatto deleterio sullo sviluppo intellettivo e psicologico delle persone giovani, anche se nessuna ricerca scientifica ha dichiarato certezza o ha dato risposte precise, nonostante sarebbe stato notato un aumento statistico dei problemi di salute mentale tra bambini e adolescenti.

Sembra di capire tuttavia che, data la pervasività dell’utilizzo degli smartphone tra gli alunni, il divieto dipenderà più che altro dalla volontà e dalle sensibilità dei singoli insegnanti.

Recita la circolare: “Alla luce di tutto quanto rappresentato, le istituzioni scolastiche provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto. È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione”.

E poi aggiunge: “Resta inteso che l’uso del telefono cellulare sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per motivate necessità personali”.

In altre parole, se la scuola ha adottato o vuole adottare “progetto formativo” funzionale al proprio obiettivo, l’uso è consentito, mentre “È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione”.

Dunque l’autonomia scolastica determinerà le misure organizzative per garantire il rispetto della norma.

E allora, se per un verso il ministro chiede alle scuole di “aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici”, dall’altro dice che siano le scuole a decidere “specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto”.

E se le scuole non lo vogliono o non intendono prevedere specifiche sanzioni disciplinari, cosa succede? O se prevedono solo una tirata di orecchie? 

In ogni caso, come viene pubblicato oggi su questo giornale : “Per la verità già nel 2007, all’epoca dei primi smartphone il ministro Fioroni fece uscire una circolare nel marzo 2007 in cui si diceva che le scuole nell’ambito della loro autonomia avrebbero dovuto integrare il regolamento di istituto prevedendo un divieto dell’utilizzo degli smartphone a scuola”.

Recitava infatti quella circolare:

“Dall’elenco dei doveri generali enunciati dall’articolo 3 del D.P.R. n. 249/1998 si evince la sussistenza di un dovere specifico, per ciascuno studente, di non utilizzare il telefono cellulare, o altri dispositivi elettronici, durante lo svolgimento  delle attività  didattiche, considerato che il discente ha il dovere:

– di assolvere assiduamente agli impegni di studio anche durante gli orari di lezione (comma 1);

– di tenere comportamenti rispettosi degli altri (comma 2), nonché corretti e coerenti con i principi di cui allíart. 1 (comma 3);

– di osservare le disposizioni organizzative dettate dai regolamenti di istituto (comma 4).

La violazione di tale dovere comporta, quindi, l’irrogazione delle sanzioni disciplinari appositamente individuate da ciascuna istituzione scolastica,  nell’ambito della sua autonomia, in sede di regolamentazione di istituto”.