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L’uovo di Colombo di Renzi: col tempo pieno al Sud, più scuola e tanti prof tornano a casa

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Si allunga la lista degli impegni che sta prendendo il premier Renzi con il mondo della Scuola: l’ultimo, il più probante, riguarda il tempo pieno al Sud.

Anche perchè rimanere a scuola sino attorno alle ore 16.00 comporterebbe, oltre che un incremento dell’offerta formativa, anche il ritorno a casa (o molto più vicino di ora) di tanti docenti meridionali, costretti oggi a svolgere servizio in altre province o regioni d’Italia. Oppure a tornarvi, dopo aver ottenuto quest’anno in extremis l’assegnazione provvisioria.

Parlando, lunedì 21 novembre, in diretta su Facebook, Renzi lo ha detto a chiare lettere: rispondendo a una domanda sui tanti docenti costretti a lasciare la loro terra di origine per prendere servizio in scuole di altre province, il presidente del Consiglio ha detto che “la cosa fondamentale è venire incontro alle esigenze studenti e non a quelle degli insegnanti”.

“Però – ha aggiunto – in un contesto in cui abbiamo messo tre miliardi in più per la scuola, e nonostante ciò molti si lamentano, la soluzione migliore è il tempo pieno al Sud, in particolare in alcune zone. Lì c’è un problema per gli insegnanti ma anche per gli studenti, e noi vogliamo combattere le difficoltà degli studenti”.

Ora, ben venga il piano annunciato da Renzi. Nutriamo più di qualche dubbio su come si possa introdurre il tempo pieno, almeno nel breve periodo, senza adeguate coperture finanziarie: per realizzarlo, infatti, servirebbero diverse migliaia di docenti. La cui assunzione deve necessariamente partire da un piano governativo che passa per il vaglio del ministero dell’Economia o comunque dei parlamentari che gestiscono le finanze pubbliche.

Non a caso, questi ultimi stanno ponendo più di qualche dubbio al progetto ministeriale, accolto nella Legge di Stabilità attraverso 140 milioni e poi altri 400 milioni di fondi dal 2018 in poi, sulla trasformazione di 25mila cattedre dall’organico di fatto a quello di diritto. Cosa potranno dire onorevoli e senatori dinanzi alla richiesta di allargamento del monte orario in tante scuole del Sud?

 

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