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Didattica a distanza, sì anche dopo l’emergenza, ma per 2 italiani su 3 il Paese non è pronto

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Il 96% degli Italiani sarebbe favorevole a introdurre stabilmente sistemi di formazione online anche dopo l’emergenza sanitaria, ma per 2 intervistati su 3 il Paese non è pronto a digitalizzare il proprio sistema di istruzione. A sostenerlo una ricerca realizzata su oltre 600 utenti dal centro di ricerca Lo Stilo di Fileta e Docety, piattaforma di e-learning per seguire videocorsi, lezioni private e seminari, che ha messo a disposizione gratuitamente i propri servizi a scuole e università chiuse per il Coronavirus nell’ambito dell’iniziativa di solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione (https://solidarietadigitale.agid.gov.it).

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La scarsa alfabetizzazione informatica (41%), insieme a cultura e abitudini poco favorevoli al cambiamento (29%) sarebbero le principali ragioni alla base della diffidenza verso l’adozione di sistemi che favoriscano le lezioni a distanza. A pesare sulla digital transformation della scuola contribuirebbero anche la mancanza di infrastrutture – indicata dal 19% del campione – e l’assenza di volontà politica (10%).

Quando agli utenti è stato chiesto se l’Italia fosse pronta alla digital transformation della scuola, gli utenti con meno di 18 anni si sono dimostrati i più ottimisti: il 42% ha risposto sì. Tra gli scettici invece rientrano l’89% di coloro che possiedono un dottorato, e gli italiani all’estero: il 71% di loro ritiene che l’Italia non sia in grado di sfruttare l’e-learning per scuole e università.

Cosa vogliono imparare online gli italiani?

Software e informatica sono le skill più richieste online: circa la metà del campione (48%) vorrebbe ricevere formazione su questi argomenti. Tra i più interessati alla tecnologia ci sono i Gen Z, che pesano per il 51% del totale.

Seguono lingue straniere (14%), formazione per concorsi (12%), hobby e fai da te (6%), arte e disegno (6%) e musica (3%). Solo l’1% non è interessato alla formazione online, mentre un 10% non sa rispondere.

Quali modalità didattiche sono più richieste?

Il 45% degli intervistati preferirebbe formarsi attraverso videocorsi preregistrati. Tra gli studenti sotto i 18 anni, li sceglierebbe il 39%, ma la percentuale sale al 50% tra gli utenti nella fascia universitaria (18-24).

Tuttavia, il tipo di formazione complessivamente più apprezzata (55%) è quella “live”. In particolare, 1 italiano su 4 vorrebbe fare lezioni private online, soprattutto tra gli utenti più adulti (35-60 anni). Il 37% di loro apprezza questa forma di apprendimento “1 on 1” che favorisce una comunicazione bidirezionale con il docente, senza rinunciare alla flessibilità del web. 1 utente su 3, infine, sceglierebbe invece il modello dei webinar (seminari online), un approccio interattivo “uno a molti”, che piace soprattutto agli studenti sotto i 18 anni (33%).

Nicola Palmieri, CEO e cofondatore di Docety, afferma: “L’emergenza sanitaria offrirà alla scuola l’opportunità di sperimentare nuove modalità didattiche, che altrimenti avrebbero impiegato anni ad affermarsi. I dati della nostra ricerca dimostrano che gli studenti di ogni età sono pronti ad affrontare questo cambio di paradigma e, anzi, lo richiedono. E’ arrivato il momento per la scuola e i docenti di fare la differenza in questo momento critico e Docety sarà a completa disposizione di tutti coloro che vorranno iniziare da subito a fare lezioni online, offrendo gratuitamente la propria piattaforma”.