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Renzi, ho tre figli e uno deve fare la maturità: la DaD non basta, si riparta dalla scuola

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“A settembre ci saranno gli stessi problemi di maggio se non agiamo adesso. Mia moglie è insegnante, ho tre figli e uno deve fare la maturità, forse ho una sensibilità maggiore ma la didattica a distanza non è abbastanza. Si discuta di come fare della scuola il motore della ripartenza”. A dirlo è stato l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando il 21 aprile a Circo Massimo su Radio Capital.

L’attuale leader di Italia Viva è stato sollecitato sui possibili cambi in corsa del Presidente del Consiglio: “Se proprio volete la mia opinione sui cambi di governo vi dico che è una discussione fuori dalla realtà”, perché “questo governo ha chiuso un buon accordo in Europa, anche grazie a Macron”, ha detto Renzi.

Si parli su come fare la maturità

Poi Matteo Renzi ha sottolineato: “In questi giorni fortunatamente sono lontano dalle discussioni sui palazzi romani, mi preoccupa piuttosto che non si stia discutendo di scuola, di come fare la maturità”. E l’ex premier continua a chiedere pubblicamente di far svolgere l’unico esame, orale, necessariamente in presenza, sempre comunque in sicurezza.

Qualche giorno fa, sempre Renzi aveva detto che la politica italiana sta clamorosamente sottovalutando il problema per ragazzi e famiglie. Gli esami di maturità e terza media vanno fatti, sul serio”. 

La spinta di Italia Viva

Tutta Italia Viva sta spingendo nella direzione impressa da Renzi: ieri, la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha dichiarato che “la prima cosa da fare è riaprire le scuole, nel modo in cui potremo farlo, il prima possibile”.

E Daniela Sbrollini, capogruppo IV in Commissione Cultura del Senato, è stata ancora più chiara: “la scuola on line – ha detto – non è la stessa cosa delle lezioni in classe. Noi riteniamo opportuno cercare di riaprire le scuole a maggio, partendo da chi deve fare la maturità”.

In questa direzione, va collocata anche la petizione che ha raccolto 50 mila adesioni in poche ore, proposta da un gruppo di genitori, docenti, educatori, pediatri, psicologi, giornalisti, già attivi nel comitato promotore di “un’ora d’aria” per i bambini italiani. E a “spingere” per tornare presto in classe in sicurezza sono anche alcuni raggruppamenti politici e associazioni.

Ma virologi e Azzolina frenano

Solo che i virologi, che continuano a sostenere che settembre rimane la soluzione migliore per il rientro in classe.

La stessa ministra dell’Istruzione , Lucia Azzolina, ha più volte affermato che senza il via libera degli scienziati non vi sarà alcun via ritorno in classe. Negli ultimi giorni, però, è cresciuta la spinta delle associazioni dei genitori per un ritorno in classe il più possibile repentino e in condizioni di sicurezza.

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