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Coronavirus, torniamo a scuola al più presto o didattica a distanza fino a luglio: Donazzan controcorrente

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Sulla gestione della scuola in questo periodo di forte difficoltà ci sono posizioni contrastanti. Una delle più contrarie alle posizioni intraprese dal Governo è Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto, da poco tempo confluita in Fratelli d’Italia. Assieme ad Elena Chiorino, assessore della Regione Piemonte, la Donazzan spinge per fare rientrare gli alunni in classe il prima possibile. In alternativa, conferma la sua posizione sul proseguimento delle lezioni a distanza per almeno tutto il mese di giugno. Quindi, se non si dovesse tornare a scuola, sarebbe utile andare avanti con la didattica a distanza anche in piena estate. No secco, invece, sulla volontà del Governo di anticipare il prossimo anno scolastico, anche per verificare le competenze degli alunni ammessi in toto all’anno successivo.

Lezioni a distanza anche in estate

Secondo Donazzan e Chiorino, “il rientro a scuola è auspicabile, o che le lezioni continuino anche a distanza per l’intero mese di giugno e oltre, se necessario a colmare lacune dei nostri studenti, in particolare negli ultimi anni di ogni grado di istruzione”.

Settembre lasciamolo al turismo massacrato

Poi dicono che sarebbe “sbagliato ipotecare settembre”, perchè si priverebbe in questo modo “un turismo massacrato da questa pandemia di poter accogliere almeno, se le condizioni lo permetteranno, un turismo interno di famiglie italiane”.

Il confronto con la ministra

I due assessori di Fratelli d’Italia hanno partecipato anche, il 7 aprile, ad una videoconferenza del ministro dell’Istruzione con i rappresentanti delle regioni. E anche su questo punto, sono fioccate le critiche contro l’operato della titolare del ministero dell’Istruzione.

“A oltre 34 giorni dalle prime sospensioni dell’attività scolastica – dicono i due assessori – il ministro Azzolina ha concesso solo oggi un incontro alle Regioni, peraltro su nostra richiesta. L’incontro è avvenuto dopo il decreto approvato ieri senza alcun confronto e il ministro ha scelto di non considerare le osservazioni delle Regioni”.

Una videoconferenza “surreale”

“Abbiamo assistito a un incontro surreale, a dimostrazione – concludono Donazzan e Chiorino – che il ministro Lucia Azzolina sta sbagliando nei tempi e nei modi, dimostrando di non avere le idee chiare neppure sulle competenze costituzionali legate all’Istruzione e alla Formazione Professionale”.

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