
Ieri, 5 ottobre, è stata celebrata la 31esima Giornata Mondiale dell’Insegnante. Per l’occasione il cantante Vasco Rossi ha deciso di spendere qualche parola per ricordare un suo ex docente delle superiori, a cui ha dedicato un post su Instagram.
“Mi ha aperto il cervello”
Ecco le parole del 73enne: “Quando facevo ragioneria avevo un professore di italiano bravissimo, un personaggio eccezionale, mi ha aperto il cervello. Le sue lezioni erano straordinarie, ci faceva pensare e cercava di cambiare il mondo attraverso la cultura. Il Professor Farinelli è stato fondamentale per me”.
“Lui diceva sempre: Ricordatevi che è facile essere dei fenomeni, la cosa più difficile è essere delle persone normali, che vanno a lavorare per mantenere la famiglia. Aveva proprio ragione”, ha concluso.
Giornata Mondiale dell’Insegnante, il tema di quest’anno
Quest’anno, le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Insegnante saranno incentrate sul tema “Riformulare l’insegnamento come professione collaborativa”. Per quanto sia giusto generare una riflessione sulla figura degli insegnanti, bisogna anche dire che c’è ben poco da festeggiare.
Il focus della Tecnica della Scuola
I docenti, almeno secondo la percezione generale, hanno perso autorevolezza, sono percepiti come semplici dipendenti statali e non come vere e proprie guide: ma cosa è cambiato nel tempo? Il motivo potrebbe anche essere il mancato riconoscimento economico, o le varie riforme della scuola che non hanno fatto altro che penalizzarli.
‘La Tecnica della Scuola’ con un focus interamente dedicato alla figura del docente, ha quindi cercato di rispondere a queste domande, soprattutto ha cercato di comprendere le motivazioni che hanno portato all’attuale poca considerazione per gli insegnanti.
Reclutamento docenti: 13 riforme in 35 anni, ma il precariato resta
Abbiamo cercato di tracciare una storia delle riforme del reclutamento dei docenti, dagli anni Cinquanta ad oggi, tra nascita dei “ruoli speciali transitori” fino all’algoritmo Gps, passando per SSIS e TFA. Ciò che emerge è che da sempre si è cercato di assumere docenti al di fuori delle procedure concorsuali classiche, “istituzionalizzando”, in questo modo, il precariato, ormai endemico.
Come diventare docente? Il reclutamento negli anni: la costante resta il precariato “istituzionalizzato”, quando nasce?
A questo proposito abbiamo sentito l’opinione di Gianna Fracassi, segretaria generale Flc Cgil. Ecco cosa ci ha detto: “Il sistema di reclutamento da almeno 15 anni subisce modifiche continue che, periodicamente, ridisegnano modalità di accesso alla professione, requisiti, percorsi di formazione in ingresso. La bussola seguita è stata l’improvvisazione, la ricerca di consenso rivolta di volta in volta a singole categorie o gruppi di interesse, con la formazione in ingresso appaltata a soggetti privati e università telematiche. I costi sono esosi e vengono scaricati sulle tasche dei precari”.
Fracassi ha fatto una importante proposta: “La formazione in ingresso deve diventare accessibile in forma gratuita un diritto esigibile per chi è precario”.
Reclutamento docenti: tante riforme, poco cambia. Fracassi (Flc Cgil): “Si improvvisa. Sì a formazione in ingresso gratuita”
Stipendi docenti
Al centro del nostro approfondimento, il confronto tra le paghe a metà degli anni Novanta e negli anni Duemilaventi. Ciò che emerge è che i docenti non hanno mai nuotato nell’oro. Nel 1997 portavano a casa circa due milioni e 243mila lire lorde al mese, che per il 62% erano assorbite dalle spese essenziali e per il 26,5% dall’Irpef. Stringendo la cinghia, spiega il segretario nazionale di Cisl Scuola Attilio Varengo, riuscivano ad accantonare qualcosa. Nel 2023 lo stipendio lordo mensile è di circa 2.290 euro, assorbiti per il 66% dalle spese essenziali e per il 28,5% dall’Irpef. In mano ai docenti non resta praticamente nulla.
Stipendi docenti inadeguati e “fermi” da 30 anni. Varengo (Cisl): “Più lavoro e spese, ma le paghe restano le più basse della PA”
Autorevolezza docenti
Se i soldi diminuiscono, il lavoro e le competenze dei docenti aumentano. Basti pensare alla formazione, alla burocrazia asfissiante, al rapporto con le famiglie, che portano via sempre più tempo. A fronte di tutto ciò, l’autorevolezza dei docenti è diminuita, come dimostrano i dati del Ministrero sulle aggressioni ai docenti, ben 133 solo tra il 2023 e il 2024. Un dato che un tempo sarebbe stato semplicemente impensabile. Per il pedagogista Daniele Novara, l’unico modo per restituire autorevolezza alla figura del docente è investire sulla formazione, tagliare la burocrazia e rilanciare un vero e proprio patto educativo con le famiglie.




