
Il docente che ha pubblicato sui social un post contro la premier Giorgia Meloni, augurando a sua figlia la fine della povera Martina Carbonaro, 14enne uccisa dal proprio ex fidanzato, ieri, 3 giugno, è stato sospeso dall’insegnamento in via cautelare.
“Sto male”
L’uomo sta continuando a rilasciare dichiarazioni. Ai microfoni de La Repubblica, all’indomani della decisione dell’Usr, ha detto: “Sono stato penalizzato, non so neanche quanto durerà la sospensione. Ora devo mantenere un profilo basso. Sto male, non so più dove battere la testa. Sono un pacifista, animalista, trovarmi in questo boom mediatico mi massacra”.
“Sto cercando di tenere tutto nascosto a mia madre di 92 anni. Sono a pezzi. Mi pento del post, ma non ce la faccio più. Spero di non essere licenziato e che si tenga conto della mia dirittura morale, della buona professionalità che mi ha caratterizzato per 40 anni. I ragazzi mi amano. Non ho ucciso nessuno. E sono molto provato, sono una persona diversa da tutto quello che è successo”, ha aggiunto.
Il videomessaggio rivolto a Meloni
In un videomessaggio diffuso dal quotidiano Il Roma, come riporta Il Messaggero, oggi il professore si rivolge direttamente alla premier con parole cariche di pentimento: “Presidente, ho sbagliato. Le chiedo perdono. Non voglio giustificarmi, ma spiegarle il mio stato d’animo. Non cerco indulgenza, ma sento il bisogno umano di essere ascoltato. Vorrei dirglielo guardandola negli occhi”.
Nel nuovo messaggio, il docente precisa di essere stato profondamente scosso dalla notizia della morte di bambini a Gaza. “Ma quel dolore non giustifica in alcun modo le parole scritte”. Le immagini della guerra in Medio Oriente avrebbero, secondo il suo racconto, generato una reazione emotiva sproporzionata, sfociata in un messaggio social inaccettabile e carico di odio.
“Vorrei guardarla negli occhi e chiederle perdono”. Un invito che non ha la pretesa di riabilitazione, ma la volontà – dice – di un incontro umano, sincero. “Non cerco indulgenza, ma ascolto”, ripete più volte.
La lettera del docente
Come riporta La Repubblica, il docente ha lasciato l’ospedale. Prima del tentativo di togliersi la vita l’uomo, 65enne, ha scritto una lettera indirizzata a Meloni e ha espresso il desiderio di incontrarla. Il quotidiano Il Roma ha pubblicato il testo della missiva:
“Gentile Presidente,
Le scrivo con profondo rispetto e autentico pentimento per quanto accaduto. In questi giorni ho avuto modo di riflettere profondamente sul gesto che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo. Il post oggetto delle polemiche, poi rimosso, è stato un grave errore, che ora sento tutto il peso di dover riconoscere. Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte.
Mi assumo ogni responsabilità per l’accaduto, anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina, né a chiunque altro. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta come uomo né come educatore. Sono un insegnante da molti anni, e sebbene mi sia sempre espresso con chiarezza sulle mie convinzioni politiche, non ho mai permesso che queste influenzassero il mio ruolo in aula.
Vivo con mia madre, anziana e malata, con cui condivido l’unica fonte di sostentamento, e sto attraversando un momento molto difficile della mia vita. Ma so bene che nulla di tutto ciò può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora.
Chiedo pubblicamente scusa a Lei e a sua figlia. Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi. Lo chiedo da uomo, da cittadino, e da educatore. Perché credo ancora che nella vita si possa sbagliare, ma che la dignità consista nel riconoscere il proprio errore e impegnarsi a non ripeterlo mai più”.
Secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, la presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva dato disponibilità a incontrarlo.
Il tentativo di suicidio
Le agenzie di stampa hanno fatto sapere che è stata avviata un’inchiesta da parte della Procura di Roma, che andrà a verificare quali reati comporta l’utilizzo maldestro e denigratorio dei social media, con l’aggravante che a l’autore è un insegnante e che si è andati a coinvolgere pesantemente un minore.
Nel frattempo qualche giorno dopo la diffusione del post, dopo che è stato reso noto il suo nome e il suo volto a mezza Italia, nel pomeriggio del 2 giugno il docente ha tentato il suicidio. I Carabinieri sono giunti a casa dell’insegnante dopo che aveva chiamato la sua dirigente scolastica per dirgli di avere ingerito un cocktail di medicinali e alcool.