
All’interno del dibattito in merito al sistema scolastico, aspramente criticato in modo plateale dai sei studenti che quest’anno hanno fatto scena muta all’orale di maturità, boicottandolo di fatto, si è inserito anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“La pagella non ti definisce per l’eternità”
Il leader di Italia Viva, su X, ha criticato i ragazzi che hanno protestato. Ecco le sue parole: “So di toccare un tasto delicato ma io non sono d’accordo: per me è giusto che ci siano i voti, gli esami, le valutazioni. E questa logica del “Non voglio essere giudicato” è folle e assurda. A scuola si prendono i voti: è giusto, è doveroso, è normale. E il merito non può essere considerato una parolaccia”.
“Puoi essere bravissimo anche con un’insufficienza o non essere una persona seria anche con il massimo dei voti: una pagella non ti definisce per l’eternità. Ma rifiutare il voto per me è un atto assurdo e ideologico. La filosofia del diciotto politico ha già fatto troppi danni: è giusto essere valutato, è giusto puntare in alto, è giusto provarci e mettersi in gioco”, ha concluso.
Anche lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha parlato positivamente del merito. Ecco cosa ha detto di recente: “Siamo sicuri che il problema sia il voto? Perché una fidanzata o un fidanzato non ti dà un voto? Secondo me sì. Lo sport è cosparso di voti, perché se perdi 5 a 0 la finale di Champions non è un un capolavoro, però accade. Questa cosa di svincolarsi dal merito mi sembra veramente il segno della caduta dell’Impero romano. Ma perché ce l’abbiamo col merito? Ma che male c’è a dire che Bob Dylan è pazzesco? Cosa vogliamo dire, che ha avuto fortuna? Che è 60 anni che ha fortuna? Forse è bravo, no?”.
Lo psichiatra ha poi fatto l’esempio di Ultimo, che in tre ore ha venduto 250mila biglietti per il suo prossimo concerto a Roma. “Avrà merito, no?“, ha replicato Crepet: “Viene dalle periferie, e la musica viene dalle periferie. I cantanti sono quelli che si mettevano nelle stazioni della metropolitana, compresi i Maneskin. Perché provi, cominci a provare da un locale piccolo e magari anche male frequentato. E poi, se hai merito, se hai talento, e soprattutto se hai il talento del talento, che è la capacità di tenere le tue qualità e di migliorarle, puoi riuscirci”.
I casi
Il primo caso di protesta alla maturità è stato quello di uno studente di diciannove anni di Padova; poi c’è stato il caso di una studentessa di Belluno che si è lamentata con i docenti che non l’hanno mai voluta conoscere davvero. Successivamente è venuto il turno di un altro studente veneto, di Treviso, di uno studente di una scuola privata di Firenze e infine di una studentessa della provincia di Pesaro e Urbino demoralizzata da un sette in condotta.
Il sondaggio
Per capire meglio gli umori del mondo della scuola, La Tecnica della Scuola ha lanciato un sondaggio che ha coinvolto 1.101 persone: 716 docenti, 164 genitori, 53 studenti, 18 dirigenti.
I risultati parlano chiaro: l‘idea di Valditara di bocciare chi fa scena muta alla Maturità piace alla maggior parte degli “adulti”, che siano docenti, dirigenti o genitori. Gli studenti, invece, hanno qualche perplessità.
In particolare, il 70,5% dei docenti è favorevole alla bocciatura per chi boicotta l’orale della maturità, il 24,7% è contrario. Situazione simile anche per quanto riguarda i dirigenti scolastici: il 60,7% si dice d’accordo. Situazione analoga pure per quanto riguarda i genitori: sono per la ripetizione dell’anno il 65,9%.
Caso diverso per gli studenti, che non sono così compatti: il 58,7% di loro è contrario alla proposta del ministro. Ad essere favorevole è solo il 33,3%.




